From the City, Venice, Arsenale and Giardini

The 23rd course in Curatorial Practice and Contemporary Arts, School for Curatorial Studies Venice presents From the City, an itinerary exhibition around Venice focusing on the powers and the dynamics of contemporary cities.

The exhibition will take place from 25th to the 31st of May in the districts of San Marco and Castello, next to the locations of Biennale – Arsenale and Giardini. International artists will interact through public art in open spaces with the city enhancing cultures, traditions and hidden areas/treasures.

The headquarter of the exhibition will be near Arsenale – In the office of the Italian communist party – Corte Nova, Castello 2061/A – and it will be a place of  talks, debates around all the selected projects, along with opportunities of dialogue with the artists invited to participate actively in the platform with proposed topics of discussion.

Perceived in two different ways, Venice is a global city on the one hand, for the collective consciousness, always appears the same, as lost in the past in its defined structures, on the other hand over the last few decades, the city has been changed drastically by economic and social dynamics.

The artists taking part to the project are: Elena Bellantoni, Paolo Brambilla, Bros, Federica di Carlo, Quiet Ensemble, Roberto Fassone, Serena Fineschi, Jukai, Sophie Ko, Kensuke Koike, Robert Montgomery, Matteo Nasini, Guido Nosari, Libia Castro & Ólafur Ólafsson, Emmanuele Panzarini, Marco Samorè, Sbagliato, Miriam Secco, Vincenzo Simone, Julian Soardi, Sebastiano Sofia, Jan Vormann.

The artworks will cohabit with the urban pattern, creating a link between the people and the context. The pubblic will be guided through the Sestrieri inspired by their memories and intimate symbols. The visitors will be guided through lanes and corners looking at the environment with a different and careful point of view; German artis Jan Vormann, brings back to Venice his Dispatchwork project repairing holes and cracks on the walls, using colorful and second hand plastic-toy bricks; Robert Montgomery creates a site-specific work focusing on the refugees matter linked with Venice as an in-between space where different cultures cohabit; poster artists group Sbagliato will catch the passerby attention creating illusionary spaces; Japanese artist Kensuke Koike will hide a kaleidoscopic world behind the peephole of a private’s house door; Daniele Nicolosi, aka Bros, will present a symbolic work on the value of the art world and the city of Venice, using a series of one euro coins.

In this scenario the School for Curatorial Studies Venice intends to build an experimental laboratory and carry out a research on the theme of identity, on the lifestyle of the locals and on the new ways of living in the urban space through art.

the sitespecific exhibitions are printed and produced by pixartprinting

Prefabrick, Viafarini, Milan

We are happy to announce that the winner of the prestigious prize: Walking with Art Stonefly Art Prize 2015 is the Slovene artist Enej Gala.

The Price is promoted by Fondazione Bevilacqua La Masa, Venice and Viafarini, Fabbrica del Vapore, Milan.

Walking with Art Stonefly Art Prize 2015 dedicated to the artist the personal exhibition Prefabrick in Milan at Viafarini, Fabbrica del Vapore.

 

Geometrie del Potere, workshop with Accademia di Belle Arti di Venezia

Geometries of Power, workshop with Venice Academy of Fine Arts (Accademia di Belle Arti di Venezia)

In April 28th, 2015, the gallery space A plus A presented an exhibition of works done by a group of artists during the workshops Geometries of Power. The initiative was curated by Carlo Di Raco, Miriam Pertegato, Nebojša Despotović e Aleksander Velišček in collaboration with the Venice Academy of Fine Arts (Accademia di Belle Arti di Venezia), organised at the end of March as part of the exhibition Gulivers, by Aleksander Velišček. The question of power is an always current subject and it was the starting point where the following group of artists worked from: Francesca Dall’Antonia,  Anna Boscolo, Clelia Cadamuro, Giorgia Cereda, Eric Gerini, Ilaria Fasoli, Alice Montagner, Federica Partinico, Barbara Prenka, Lin Shan, Danilo Stojanovic, Maddalena Tesser, Federica Zanlucchi e Andrea Zallot.

For over a week, during the painting and drawing workshop, the artists have got to deal with a subject related to the imaginary of the historical/sociopolitical power of their home country. It was a stimulating debate enriched by the presence of participants from different countries such as Slovenian, Italian, Chinese, Kosovars, Croats, Serbs. This aspect allowed us to understand how nuances of power change, transform and manifest differently from country to country – results that were on display from April 28th at A plus A gallery.

Esperienza e Povertà della Guerra, Villa Manin

A cura di: Aurora Fonda
Project management: Arianna Grosso. La mostra è stata realizzata in collaborazione con IoDeposito

Artisti: Primož Bizjak, Aleksander Velišček, Ryts Monet, Fabio Roncato, Alvise Bittente

La Prima Guerra Mondiale, dopo ad un secolo dal suo inizio, continua a occupare un ruolo fondamentale nella memoria collettiva: un lasso di tempo estremamente breve, ma che ha radicalmente cambiato il corso della storia, uno snodo determinante nella vita di milioni di uomini, che si presentò alla loro attenzione con tutta la sua terribile forza distruttiva. Per questa ragione, nel corso del processo di ideazione del percorso espositivo, sono state ricercate  immagini di archivio che rappresentassero testimonianza di alcune delle esperienze vissute nel corso di questo devastante accadimento della storia dell’umanità: gli scatti dell’epoca raccontano di ciò che la psiche degli individui ebbe modo di esperire.  La violenza esplosa durante i terribili anni del 1914-1918 quando le battaglie si ingigantirono, i rumori, la forza della violenza umana e di quella dell’artiglieria (ormai utilizzata massicciamente), unite al particolare stress emotivo, fecero si che, per la prima volta, oltre alle ferite fisiche si potesse parlare di ferite psichiche.

Il cuore espositivo della mostra è individuato nella contrapposizione, in base a comuni soggetti, tra le foto dell’epoca e le opere di arte contemporanea, testimoni dei cambiamenti intercorsi nella società nel corso del secolo. La coincidenza dei soggetti offre a chi guarda l’opportunità di comprendere come e che cosa la prima guerra mondiale abbia provocato nel genere umano, e si tratta di un processo storico che manifesta conseguenze nel corso del tempo, riaffiorando alla memoria sotto forme diverse.

Gli scatti riprodotti in una lunga galleria hanno la funzione di riportarci indietro nel tempo, di risvegliare la memoria e di creare il presupposto per la comprensione di un esperienza impossibile da narrare. Ed è proprio il fatto che la narrazione venga improvvisamente a mancare ad essere uno dei cambiamenti irreversibili causati dalla guerra. Il sapere, le tradizioni che fino ad allora si trasmettevano oralmente, da persona a persona, dove l’esperienza era al centro della narrazione, con la Grande Guerra per la prima volta diventano qualche cosa di impossibile da raccontare, come nota Walter Benjamin, nel suo breve scritto intitolato per l’appunto Esperienza e povertà: “Non si poteva già allora constatare che la gente se ne tornava muta dai campi di battaglia? Non più ricca, ma più povera di esperienza comunicabile.” Ed è proprio questa ‘impossibilità di rappresentare’ che ha definitivamente e irrimediabilmente cambiato, attraverso la guerra, il nostro secolo, introducendo un approccio in cui l’esperienza tradizionale e la dimensione narrativa della realtà contano sempre meno, provocando un cambiamento di vaste proporzioni che ha avuto ripercussioni significative sui decenni a venire.

Le opere d’arte contemporanea diventano occasione di contatto e di assimilazione di quell’incomunicabile sentire, comune all’epoca, e mutuato da un secolo di trasformazioni ed elaborazioni di cui la prima guerra mondiale fu il punto di partenza.
Facendo propria l’analisi di W. Benjamin, “in un paesaggio in cui niente era rimasto immutato tranne le nuvole e nel centro – in un campo di forza di esplosioni e di correnti distruttrici – il minuto e fragile corpo umano”, protagonista diventa il singolo uomo e la sua impotenza di fronte a forze che, suo malgrado, lo trascinano attraverso un percorso costellato di immagini talmente feroci da impoverirlo e renderlo silente. Questo “silenzio” diventa quindi il nodo cruciale, l’apice di una climax, ancora più implacabile dell’artiglieria. Cosa è più violento del senso di solitudine generato da qualcosa che non si è nemmeno in grado di comunicare?

 

website of the event at Villa Manin

Shit and Die, Torino

Palazzo Cavour
Torino, Italy

An exhibition produced by Artissima
Curated by Maurizio Cattelan, Myriam Ben Salah and Marta Papini

Artissima Director Sarah Cosulich Canarutto invited “retired” artist Maurizio Cattelan to curate the show. He accepted the challenge—trying his hand at the exercise for the second time since the 4th Berlin Biennial in 2006 that he organized with Massimiliano Gioni and Ali Subotnick—and formed a team involving two young curators: Palais de Tokyo’s Myriam Ben Salah and longtime collaborator Marta Papini.

SHIT AND DIE has a strong title. Yes, it is a provocation, as every statement dealing with “taboo” subjects might be. But it is not only a provocation. It is also a loan from an artwork: One Hundred Live and Die (1984), by Bruce Nauman. The work is not in the show but could have been. The title is one of the many subjective references that fed the contingent ideas around the exhibition—collateral damage in a way. It sums up life reduced to its simplest and most universal elements, which is exactly what the show is about. Torino, its history and its stories are treated like signs that, when translated through the syntax of contemporary art, shape into a wider statement on the complexity of human beings and the torments of life.

The exhibition is divided into seven sections. Each section is related to a specific object that functions as a thematic anchor and that was sourced from both established institutions and uncanny collections in the city. Among them are Olivetti’s residential units in Ivrea; the Museum of Criminal Anthropology “Cesare Lombroso”; the Museum of Human Anatomy “Luigi Orlando”; Casa Mollino; the Museum of Risorgimento; the Gaia Collection; GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea; the MUSEION Foundation/Enea Righi Collection; the Ettore Fico Foundation; and the Aldo Mondino Foundation.

Artworks have been chosen to interact with these objects, sometimes through deliberately fortunate affinities and sometimes through more elaborate reflections. In both cases, the interaction between objects and artworks creates extra levels of meaning that forge a narrative: at times it seems arbitrary and non-exhaustive and at others it shapes as a cohesive tale inhabited by Torino’s characters—historical and contemporary—and by their obsessions, their fears, their vices and fetishes that are, in the end, our obsessions, our fears, our vices and fetishes.

Thus the space turns into a surrealist dream—or nightmare—where Contessa di Castiglione rubs elbows with Nietzsche’s ghost, while more than 60 artists occupy what used to be the house of Camillo Benso Conte de Cavour, invisible but still present head of household.”

The exhibition features five site-specific projects including more than 20 specially commissioned works.

The list of artists includes Lutz Bacher, Davide Balula, Will Benedict, Lynda Benglis, Guy Ben-Ner, Julius von Bismarck, Thomas Braida & Valerio Nicolai & Emiliano Troco & Aleksander Veliscek, Vittorio Brodmann, Valerio Carrubba, Contessa di Castiglione, George Condo, Martin Creed, Enzo Cucchi, Eric Doeringer, Tracey Emin, Valie Export, Stelios Faitakis, Lara Favaretto, Roberto Gabetti & Aimaro Oreglia d’Isola, Tim Gardner, Ramin & Rokni Haerizadeh, Petrit Halilaj, Jonathan Horowitz, Dorothy Iannone, Ewa Juszkiewicz, Chao Kao, Myriam Laplante, Zoe Leonard, Natalia LL, Sarah Lucas, Tala Madani, Carlo Mollino, Aldo Mondino, Nicolas Party, Yan Pei-Ming, Florian Pugnaire & David Raffini, Carol Rama, Markus Schinwald, Jim Shaw, Dasha Shishkin, Roman Signer, Alexandre Singh, Sylvia Sleigh, Claire Tabouret, Pascale Marthine Tayou, Ida Tursic & Wilfried Mille, Andra Ursuta, Iris Van Dongen, Maurizio Vetrugno, Francesco Vezzoli, Aleksandra Waliszewska, Matthew Watson and Jakub Julian Ziolkowski.

Press release